venerdì 27 aprile 2012

La musica che ti suona dentro. Nessun'altra

Il fatto pubblico: "Ma io non odio la musica. Voglio solo che stia al posto suo. Che mi venga in aiuto quando la chiamo. Odio la musica negli ascensori, nei negozi, nei ristoranti, negli aeroporti, sulle piste da sci. La musica la godi solo quando la desideri". Così scrive il giornalista Claudio Sabelli Fioretti su Io donna di sabato scorso. E poi continua: "Perché non si piazzano musichette anche nei telegiornali?"
Sabelli Fioretti porta alle estreme conseguenze il ragionamento ipotizzando che gli stessi tintinnii da un po' di tempo comparsi sotto le news radiofoniche finiscano anche nei tg e addirittura succeda il contrario: in sottofondo alla Nona di Beethoven le dichiarazioni di Roberto Calderoli. Amor di paradosso e gusto del ridicolo, ma mica tanto.

Il fatto privato: Non riesco a ricordare dove ho letto, recentemente, i risultati di una ricerca sui diversi tipi di musica che pare favoriscano diversi tipi di comportamento d'acquisto (forse ancora sul Corriere della Sera). A me la musica nei negozi infastidisce non poco, soprattutto quella legata alla cosiddetta "moda giovane": perché devo ballare alle cinque del pomeriggio sul cubo insieme alle commesse per poter provare un paio di jeans? Che poi è la stessa domanda che mi faccio l'estate in quella che fino a qualche anno fa era una piccola spiaggia privata vicino Roma: perché non posso guardare il mare e basta? Rivendico il diritto di sintonizzarmi su me stessa e scegliere la melodia che mi suona dentro, nessun'altra che non voglia ascoltare.


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